Carissimi fratelli e sorelle,
ci apprestiamo a vivere le Feste Patronali grati al Signore per i segni della sua misericordia che, lungo l’arco di quest’anno giubilare abbiamo potuto sperimentare.
Ancora arde il nostro cuore per l’esperienza forte vissuta nello storico pellegrinaggio della venerata Icona della Madre dell’Elemosina a Roma; venerata dal Santo Padre Francesco e dal papa emerito Benedetto XVI. Siamo stati certamente confermati nella Fede e spronati ad impegnarci ad essere “Misericordiosi come il Padre”.
Le Feste Patronali in onore della Madonna dell’Elemosina, S. Zenone e S. Placido, non possono che trarre linfa da questi ultimi eventi storici e risentire del richiamo di tutta la spiritualità maturata nel cammino di tutta la Chiesa universale in questo speciale Anno Santo.
In un’epoca profondamente segnata dall’individualismo, vogliamo dar voce al desiderio di molti di vivere relazioni comunitarie buone, alte e leali. Il Vangelo è in questa direzione.
Il Giubileo della Misericordia, ci invita a deporre pregiudizi e condanne, per “capire con il cuore” (Misericordia) la vicenda esistenziale degli altri, come vorremmo fosse capita e accolta la nostra.
I nostri “Santi Patroni” hanno ancora un messaggio fondamentale da additarci con la loro vita di santità, essi di mostrano il “Volto misericordioso del Padre” che in Cristo Gesù si è reso visibile agli occhi nostri. Gesù è la Via, la Verità e la Vita.
“La Misericordia di Dio ha tanti volti, è grande ed è un continuo crescendo: una fede senza misericordia non è fede” (Papa Francesco).
Il nome di Dio è “misericordioso”, ci dice il Papa, e la sua misericordia è grande e infinita come la sua natura, tanto da risultare difficile poterla descrivere in tutti i suoi aspetti. La Misericordia è anzitutto “la vicinanza di Dio al suo popolo” che si manifesta con aiuto e protezione. E’ una vicinanza genitoriale, Lui che come un padre e una madre prende ciascuno di noi e ci solleva fino alla sua guancia.
Può essere facile parlare di misericordia, mentre è più impegnativo diventarne concretamente dei testimoni. E’ questo un percorso che dura tutta la vita e non dovrebbe conoscere alcuna sosta. Gesù ci ha detto che dobbiamo essere sempre misericordiosi.
Vicinanza e tenerezza, sono i volti della misericordia di Dio, che però è anche compassione e condivisione, consolazione e perdono. Una misericordia che “non può essere tenuta nascosta né trattenuta solo per se stessi”, perché chi “più ne riceve, più è chiamato a offrirla, a condividerla”. La misericordia provoca il cuore ad amare, a riconoscere “il volto di Gesù Cristo”, soprattutto in chi è più lontano, debole, solo, confuso ed emarginato.
La misericordia non è ferma, va alla ricerca della pecora perduta, e quando la ritrova esprime una gioia contagiosa. La misericordia, “sa guardare negli occhi ogni persona”; ognuna è preziosa per lei, perché ognuna è unica.
Mi piace concludere questo messaggio con queste brevi riflessioni che ci aiutano a prepararci alle feste patronali con spirito rinnovato e con un “cuore nuovo”. I nostri Patroni ci incoraggiano ad essere un segno concreto nella società attuale di una “misericordia” che si fa segno concreto di solidarietà e amore.
Con affetto fraterno
Prev. Agrippino Salerno